Portopalo di Capo Passero
Le radici di Portopalo, paesino siciliano di quasi quattromila abitanti, affondano in un passato
lontano, ma soltanto alla fine del Settecento si posero le prime pietre del borgo attuale, ancora
visibili nel cuore dell’abitato antico. All’inizio non era altro che un timido centro in provincia di
Siracusa, a metà strada tra il mare e la campagna, popolato da poche centinaia di abitanti
dediti alla pesca, alla pastorizia e all’agricoltura. Le casette bianche, tutte uguali, sferzate
dalla brezza colma di salsedine e arse dal sole, erano abitazioni e luoghi di lavoro allo stesso
tempo, e le giornate dei portopalesi erano scandite da mansioni umili: le donne facevano la
spola dalla casa al pozzo, per procurarsi l’acqua, mentre gli uomini si occupavano dei campi o
delle loro barche.

Oggi Portopalo di Capo Passero rimane intriso di tradizioni e di storia, ma sa distinguersi
anche per la vivacità del presente, per l’ospitalità immancabile e la bellezza del suo
paesaggio. Distante circa 58 km da Siracusa, lambito dai flutti cristallini di Ionio e
Mediterraneo, il paese è il più meridionale della Sicilia, al di sotto addirittura del parallelo di
Tunisi. Questa posizione geografica, unita alle magnifiche spiagge e agli isolotti suggestivi
compresi nel territorio comunale, ne fanno una località balneare di grande fascino.

Ma ancor prima del turismo, in crescita costante, Portopalo continua a fare affidamento sulla
pesca e l’agricoltura: il porticciolo del borgo è sempre attivo e gremito di imbarcazioni, con un via vai
allegro di lupi di mare dalle reti cariche; anche i campi del territorio danno frutti prelibati, e in
particolare i pomodorini Pachino varietà di pomodori (ciliegino,datterino) che proprio in questa zona hanno
raggiunto il massimo della loro qualità grazie ai terreni sabbiosi in cui vengono coltivati
e all'acqua salata con cui vengono innaffiati che gli conferiscono delle doti organolettiche inequagliabili,questi pomodori
hanno il nome Pachino per identificare la zona di provenienza, hanno ottenuto il marchio IGP, e sono presenti nelle tavole
di tutto il mondo.

Il merito di tanta ricchezza non va soltanto alla dedizione e alla tenacia degli abitanti del
paese: è anche grazie al clima della zona, mite e gradevole, se la terra nei dintorni regala
frutti e ortaggi deliziosi. In effetti il clima di Portopalo è quello tipico della costa mediterranea:
le estati calde, soleggiate, precoci e molto lunghe, capaci di resistere fino ai primi di
novembre, si alternano a inverni gentili, mai troppo freddi. Basti pensare che le temperature
medie di gennaio vanno da una minima di 8°C a una massima di 14°C, mentre in luglio e
agosto si va dai 23°C ai 31°C. Le precipitazioni risparmiano quasi completamente la stagione
estiva, e toccano il picco massimo in gennaio, quando piove in media per 9 giorni sul totale.

Il Castello Tafuri
La storia del castello Tafuri inizia nel 1933 quando il marchese Bruno di Belmonte,
affascinato dal panorama del territorio che allora era sotto la provincia di Pachino
volle costruire un edificio maestoso, che fosse all’altezza delle meraviglie naturali del territorio.
L’opera, progettata dall’architetto Crotti di Firenze, in completo stile Liberty,
fu realizzata con il solo materiale della cava di pietra dell’Isola delle Correnti e fu portata a termine nel 1935.
Il castello, che si erge proprio accanto a quella che fu la tonnara di Portopalo,
non venne mai abitato dalla famiglia Belmonte, in quanto questa abitazione era stata progettata come residenza estiva.
non venne mai abitato dalla famiglia Belmonte, in quanto questa abitazione era stata progettata come residenza estiva.
Negli anni ’60 la famiglia Bruno di Belmonte passo la proprietà del castello a Gaetano Tafuri di Pachino.
Divenne quindi un locale per serate da ballo fino a metà degli anni ’90 quando fu trasformato in un prestigioso hotel da un imprenditore di Siracusa.
Negli anni successivi fu purtroppo abbandonato senza alcuna destinazione d’uso.
Il progetto di riqualificazione partito nel 2015, ha ridato splendore a questa magnifica opera. Oggi è un luxury Resort sul mare!
Il progetto di riqualificazione partito nel 2015, ha ridato splendore a questa magnifica opera. Oggi è un luxury Resort sul mare!

La Tonnara di Portopalo
La Tonnara di Portopalo cosi come quella di Marzamemi, era una tonnara di ritorno.
Il diritto di pesca da cui origina l’attuale tonnara risale al periodo medievale, concesso come baronia feudale sottoposta a investitura,
Il diritto di pesca da cui origina l’attuale tonnara risale al periodo medievale, concesso come baronia feudale sottoposta a investitura,
vassallaggio e obbligo di equipaggiare un cavallo armato ogni venti onze di reddito.
I possessori dovevano dare in gabella l’esercizio a mercanti, interessati perché avevano la possibilità di ottenere guadagni consistenti con pochissimi impegni finanziari.
I possessori dovevano dare in gabella l’esercizio a mercanti, interessati perché avevano la possibilità di ottenere guadagni consistenti con pochissimi impegni finanziari.
Nel 1774 la proprietà viene passata al principe di Villadorata Corradino Nicolaci, che ammoderna l’impianto ed investe per nuove attrezzature sia mobili che fisse.
Nell’800 per un periodo venne disattivata per poi venire riarmata nel 1895 ad opera di don Pietro Bruno Belmonte. La tonnara venne “calata” con cadenza annuale fino al 1969.
Nell’800 per un periodo venne disattivata per poi venire riarmata nel 1895 ad opera di don Pietro Bruno Belmonte. La tonnara venne “calata” con cadenza annuale fino al 1969.
La loggia, la grande fornace, le mura dei magazzini e i resti della chiesa risalenti al XVII secolo, sono li a testimoniare l’esistenza di un simbolo che ha sostenuto l’economia di Portopalo fin dall’antichità.
Oggi è un affascinante monumento di archeologia industriale.

Scalo Mandrie
Con un alternanza di tratti sabbiosi a scogliere e litorali rocciosi, la spiaggia di Scalo Mandrie è sicuramente una delle più suggestive dell’isola, con la Tonnara di Portopalo da una parte e il gioiello naturalistico dell’Isola di Capo Passero dall’altra. Il mare è azzurro cristallino, con un fondale basso che degrada dolcemente verso il largo.
In estate sono presenti molti servizi per i turisti, l’ideale per chi ama il relax e la comodità ma non vuole rinunciare ad un mare da favola!

Isola di Capo Passero
L’isola di Capo Passero è un proprio gioiello naturalistico, tanto da essere classificata dalla Società Botanica Italiana, come zona di rilevante interesse botanico.
L’isola propone zone sabbiose nella parte fronteggiante il borgo di Portopalo a zone rocciose e impervie. L’affascinante zona sabbiosa, caratterizzata da mare cristallino e lingue di sabbia che degradano dolcemente a largo, è facilmente raggiungibile “a piedi”, attraversando il mare quando c’è bassa marea oppure con una piccola imbarcazione di pescatori che tutto il giorno, effettua il trasporto da e verso l’isola.
L’isola propone zone sabbiose nella parte fronteggiante il borgo di Portopalo a zone rocciose e impervie. L’affascinante zona sabbiosa, caratterizzata da mare cristallino e lingue di sabbia che degradano dolcemente a largo, è facilmente raggiungibile “a piedi”, attraversando il mare quando c’è bassa marea oppure con una piccola imbarcazione di pescatori che tutto il giorno, effettua il trasporto da e verso l’isola.
la zona rocciosa è invece più impervia, con alcune zone raggiungibili solo dal mare.
Da scoprire ci sono anche diverse grotte marine, tra cui quelle di del Polipo, che offrono uno spettacolare gioco di luci generato dai riflessi del mare sulle pareti.
Vi consigliamo dunque di fare un giro dell’isola in barca,
per poter godere di tutte le meraviglie offerte da questa piccolissima perla naturalistica.

Il Forte di Capo Passero
La fortezza Carlo V situata nel punto più alto dell’Isola di Capo Passero, ha un perimetro di forma quadrata, con lati di circa 35 metri. Il basamento è massiccio e privo di aperture fino a 4 metri di altezza, soglia dalla quale inizia il primo livello della fortezza, raggiungibile da una rampa di scale.
Il portale è caratterizzato da un grande stemma appartenente al Re Filippo III, divenuto Re di Spagna e Sicilia nel 1598, raffigurante un’aquila che regge uno scudo con insegne araldiche.
Le pareti sono costitute negli angoli in pietra arenaria, mentre il resto dei blocchi di muratura è in pietrame calcareo.
Le pareti sono costitute negli angoli in pietra arenaria, mentre il resto dei blocchi di muratura è in pietrame calcareo.
Per difendersi dalle continue scorrerie turco-barbaresche che si susseguivano a Capo Passero nel XVI secolo, la Deputazione del Regno, presieduta dal Viceré Marcantonio Colonna, decise di costruire una fortezza nel punto più alto dell’isola, presidiata da soldati ed armata con pezzi di artiglieria.
Soltanto 13 anni dopo, nel 1596, la Deputazione espresse la messa in esecuzione dell’opera, preventivando una spesa di 18.000 scudi. I lavori iniziarono nel 1599, sotto la direzione dell’ingegnere regio Diego Sanchez, ma furono interrotti pochi mesi dopo per mancanza di fondi.
I lavori ripresero soltanto nel 1603, per volontà del Re Filippo III che ricevette dal Parlamento siciliano un donativo di 21.000 scudi per completare l’opera, imponendo peraltro una tassa a tutte le città e le terre del Regno di Sicilia.
Con la posa dello stemma reale nel settembre del 1607, si completò la costruzione della fortezza. Pochi giorni dopo, giunsero in visita il Viceré Giovanni Ferdinando Paceco insieme alla sua famiglia e a numerosi ministri, ufficiali soldati e personale di corte, per l’inaugurazione della nuova Fortezza.
Con la posa dello stemma reale nel settembre del 1607, si completò la costruzione della fortezza. Pochi giorni dopo, giunsero in visita il Viceré Giovanni Ferdinando Paceco insieme alla sua famiglia e a numerosi ministri, ufficiali soldati e personale di corte, per l’inaugurazione della nuova Fortezza.
Nel corso del 1700 il forte venne utilizzato anche come prigione e luogo di confino per i soldati che avevano avuto problemi con la giustizia e continuò ad avere un’importante funzione militare fino alla metà del 1800.
Nel 1871, con la costruzione di un piccolo faro sulla terrazza, il forte fu abitato da personale della Marina Militare, incaricati dell’accensione notturna del faro.
Passando alla storia recente il Forte di Capo Passero è stato completamente restaurato nel 2007, dopo tre anni di interventi, e recuperato dall’oblio in cui era sprofondato.
Passando alla storia recente il Forte di Capo Passero è stato completamente restaurato nel 2007, dopo tre anni di interventi, e recuperato dall’oblio in cui era sprofondato.

Isola delle Correnti
L’Isola delle Correnti è una piccola isola di forma tondeggiante
che si estende per circa 10.000 metri quadri, raggiungendo un’altezza massima di 4m sul livello del mare.
Collegata a Portopalo da una fine lingua di pietra, incanta per la sua bellezza selvaggia ed incontaminata.
All’interno dell’isola i pochi segni del passaggio dell’uomo sono rappresentati dal suggestivo faro, una piccola struttura militare
in disuso e poche abitazione dove un tempo risiedevano il guardiano del faro assieme alla sua famiglia.
L’isola delle correnti per la sua posizione rappresenta una sorta di confine ideale tra lo Ionio e il Mar Mediterraneo.
Le correnti che si generano dall’incontrarsi di questi due mari, danno vita a increspature e colori in continua evoluzione… da qui deriva il nome “Isola delle Correnti”.

La Chiesa di San Gaetano
Tra gli edifici di culto spicca invece la Chiesa di San Gaetano, dedicata al patrono di
Portopalo, incastonata nel cuore del borgo e particolarmente amata dagli abitanti del luogo.
Un tempo utilizzata come ampio magazzino per le merci dalla famiglia Tasca, in seguito
venne donata alla comunità cittadina e nel corso degli anni subì diverse modifiche sia
all’interno che all’esterno. I lavori di costruzione della parrocchiale ebbero inizio nel maggio
del 1927 e si protrassero fino al luglio del 1931.
Molto fotografato dai turisti il campanile con orologio sulla cui sommità campeggia un
pesce spada in bronzo che indica ai pescatori la direzione del vento.

Le Feste di Portopalo
Tra gli eventi c’è la Festa di Sant’Antonio Abate che si svolge in gennaio: in origine, la sera
precedente i festeggiamenti, le donne del borgo iniziavano a preparare la “cuccia”, una sorta
di minestra dolce oggi poco conosciuta, mentre altre cuoche si occupavano dei piccoli e
rotondi “panuzzi” di Sant’Antonio. Dopo essere stati benedetti in chiesa, questi panini vengono
tuttora distribuiti in nome del santo.
Poco prima della primavera, per l’esattezza il 19 di marzo, si celebra invece la Festa di San
Giuseppe, caratterizzata dalla tipica “vampanigghia”, una catasta di frasche secche che
vengono incendiate a tarda notte e illuminano il cielo sopra Portopalo.
Altra bellissima manifestazione è la "Paci" ovvero la messa in opera con i costumi di un tempo
della risurezione di Gesù e dell'incontro con sua madre, la quale abbandona i colori del lutto
e corre ad abbracciare il proprio figliolo in un tripudio di suoni e colori.
In estate inoltre alle varie serate di spettacoli offerti dall'aministrazione comunale,da diversi anni
è diventata una vera attrazione per i turisti il nostro " Carnevale Portopalese" che viene appunto
riproposto anche in estate in diverse serate portando gioia e allegria tra le vie del paese con
carri e gruppi danzanti.
Infine, il 7 di agosto, si festeggia il patrono San Gaetano, con la processione per le vie del paese,
la Santa Messa e gli spettacoli teatrali, culminanti con gli splendidi fuochi d’artificio. Il giorno seguente il
divertimento continua con il Palio del Mare, una bella regata a cui partecipa la popolazione
locale, e con altri giochi di origine popolare che si disputano in Via Vittorio Emanuele.
Un'altro evento tipico portopalese si succede ogni anno in occasione della festa dell'Immacolata Concezione
giorno 8 dicembre dopo aver portato in giro per le vie del paese la statua della Madonna al rientro di quest'ultima
in chiesa inizia nelle vicinanze della medesima un asta di prodotti di vario genere donati dai fedeli portopalesi
alla diocesi al fine di ricavare denaro da destinare ad opere di beneficienza, tra questi beni donati dai cittadini
la fà da padrona come vuole l'antica tradizione sicuramente la "cuddura" un dolce fatto da sesamo miele zucchero
e confetti che in alcuni casi raggiunge cifre stratosferiche dovuti ai continui rialzi dei vari astatori al fine di devolvere
il più possibile in beneficienza.
